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LA CONFRATERNITA E' CIVILMENTE RICONOSCIUTA DEL REGIO DECRETO



N° COMPONENTI DELA CONFRATERNITA:

La Confraternita conta attualmente     Confratelli

FESTE PRINCIPALI DELLA CONFRATERNITA:



NOME DEL PRIORE E DEI COMPONENTI DEL CONSIGLIO DIRETTIVO CON LE VARIE CARICHE:

Priore :

Vice Priore:


Segretario :


Tesoriere:
























 




La chiesa intitolata ai santi Fabiano e Sebastiano, sede della Confraternita del Gonfalone, fu edificata nel 1454 ed in seguito ampliata, ornata e restaurata nei secoli successivi. E’ situata alla fine di via Soleri, detta ‘’ u pantan’’ (il pantano) perché inondata con gravi conseguenze in seguito alla piena del fiume Argentina, le cui acque esondando giunsero fin qui. All’ epoca, quando il Cardinal Fieschi autorizzò la Confraternita del Confalone a stabilirsi qui, la zona era quasi deserta: c’ era solo un piccolo borgo con una piccola cappella; era infatti nello stile delle Confraternite costruire le proprie sedi in luoghi poco frequentati, ai margini dei borghi, come testimonia la scelta della precedente sede in zona Colletto. Quando tra il 1200 e il 1300 si restaurò la Chiesa Parrocchiale, questo oratorio servì per qualche tempo da parrocchia; in segno di gratitudine per l’ ospitalità ricevuta, il clero della Parrocchia celebrava in questa sede le sue funzioni, nel giorno della festa dei santi Fabiano e Sebastiano. I primi lavori affrontati dai confratelli furono di ampliamento della precedente cappella. La Confraternita del Confalone si trasferì nella nuova chiesa il 18 Aprile 1578, senza tuttavia abbandonare la precedente sede. Sulla volta della chiesa è riprodotto il Confalone, emblema della Confraternita. I quattro grandi quadri alle pareti, riportati all’ originario splendore da un recente restauro, rappresentano: l’ Adorazione dei pastori, l’ Adorazione dei Magi, la Resurrezione e la Pentecoste. Sono opera di Giovanni Battista Oggero, nato a Taggia, molto apprezzato e richiesto dalle nobili famiglie presenti in città in quel tempo. Furono donati alla Confraternita dal Marchese Spinola. Agli inizi del 1700 fu nominata una commissione, incaricata di lavori di abbellimento dell’ Altar Maggiore. L’ Altar Maggiore è il cuore pulsante di ogni chiesa; è il punto in cui converge l’ attenzione sia dei celebranti che dei fedeli, è luogo privilegiato d’ incontro con Dio e con i fratelli. Furono presentati due progetti: uno in stile corinzio ed uno in stile barocco con l’ utilizzo di marmi policromi; fu scelto quest’ ultimo, in quanto più affine ai gusti dell’ epoca. A vegliare su tutti, c’ è il venerato Crocifisso, prezioso oggetto processionale: è il segno più eloquente dell’ amore di Dio che si dona interamente a noi, e al tempo stesso è segno concreto della povertà e della fragilità della nostra condizione umana. Proveniente dall’ antica sede della Confraternita in zona Colletto, presenta un croce in legno verdino ad albero della vita; la statua di Cristo, di scuola ligure, conserva tra la corona di spine ciocche di capelli umani, offerti da tre diverse persone; un angioletto al suo fianco è in atto di raccogliere il Preziosissimo Sangue che sgorga dalla ferita al costato di Cristo. Certo Pastorelli Domenico nel 1753 offrì le tre cimase in argento finemente lavorato che ornano la croce, ed anche la raggera in argento posta sopra la corona di spine di Cristo. Quando la Confraternita si insediò nella nuova sede, il venerato Cristo Crocifisso fu sistemato in una cappella sottostante la chiesa; in seguito fu trasferito in coro, l’ attuale sistemazione è successiva ai lavori di restauro del 1887. DA quell’ anno fino al 1952, i confratelli, ogni Venerdì Santo, allestivano una scala in legno, provvisoria e precaria, per consentire ai fedeli di avvicinarsi alla sacra immagine e venerarla. Da questa usanza nacque l’ idea di dotare l’ altare di scale laterali sue proprie, in marmo, che consentono tuttora di avvicinarsi al Crocifisso in tutta sicurezza. La tradizione narra come aneddoto che, in occasione di un raduno di Confraternite presso il Santuario di Mondovì, il Cristo, lasciato momentaneamente incustodito, abbia detto: ‘’Fratelli miei, non mi lasciate!’’ L’ anno successivo alla grande peste del 1579, la Confraternita del Confalone, in aiuto alle famiglie più in difficoltà, introduce l’ iniziativa di confezionare un ‘’ Pane di Pasqua’’, fatto con farina di grano di Triora, da distribuire perché almeno nel giorno di festa nessuno dovesse restare senza niente da mettere in tavola. Dopo 130 anni, grazie anche alla migliorata situazione economica, il ‘’Pane di Pasqua’’ si trasforma nel ‘’Biscotto di Pasqua’’ grazie all’ aggiunta di ingredienti che prima non comparivano, e che lo rendono più dolce e profumato. La tradizione della consegna del ‘’Biscotto di Pasqua’’ continua ai giorni nostri, e si effettua ogni anno il giorno del Giovedì Santo. La Santa Messa è celebrata in questa chiesa ogni quindici giorni, la domenica mattina alle ore 9,30. Le due feste principali sono: a gennaio la festa dei santi Fabiano e Sebastiano; il 15  Agosto la festa di Maria Santissima Assunta in cielo. Ogni anno a fine ottobre si celebra un ottavario di preghiera per i fedeli defunti, ed i Confratelli partecipano con il loro abito liturgico, di colore bianco, alle processioni cittadine.




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